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Provaci ancora, Reddito di cittadinanza!

Il Reddito di cittadinanza continua a far parlare di sé, questa volta per una riforma abbastanza radicale dell’intero assetto della norma che verrà introdotta con la legge di bilancio 2022.

In genere, quando si parla di Reddito di cittadinanza la platea si spacca in due: da un lato chi vorrebbe eliminare la norma perché la ritiene una misura passiva che disincentiva i beneficiari a inserirsi nel mondo del lavoro, dall’altro chi difende la bontà della misura, soprattutto per la sua azione di contrasto alla povertà, ammettendo tuttavia che la stessa necessiti di qualche aggiustamento. Andiamo a vedere come la nuova legge di bilancio andrà a modificare questa riforma e quali nuove criticità potrebbero presentarsi. 

Genesi

Era il 2019 quando l’allora viceministro Di Maio proclamò con somma soddisfazione l’introduzione del Reddito di Cittadinanza (RDC), definendola una “conquista di civiltà, una misura di politica attiva del lavoro e di equità sociale”. Di cosa si tratta? 

Il RDC ha l’obiettivo di contrastare la povertà, da un lato garantendo un minimo di sussistenza ai soggetti e ai nuclei familiari in condizioni di particolare disagio economico e sociale, dall’altro promuovendo per i percettori misure di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro

Nello specifico, i beneficiari di RDC devono possedere determinati requisiti in termini di ISEE, patrimonio immobiliare e patrimonio mobiliare, e dimostrare inoltre di non disporre di autoveicoli, motoveicoli, navi e imbarcazioni da diporto. 

Il sussidio è compreso tra i 480 e i 9.360 euro annui in base alla specifica esigenza, ed è riconosciuto per un periodo continuativo non superiore ai 18 mesi con possibilità di rinnovo (previa sospensione di un mese). Non solo, il RDC è compatibile con altre forme di sostegno al reddito, tra cui la NASpI, e permette ai suoi beneficiari di usufruire delle stesse agevolazioni per la fornitura di gas ed elettricità riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate.

Dal punto di vista delle politiche attive, invece, il beneficiario di RDC deve sottoscrivere il Patto per il Lavoro o per l’Inclusione sociale, partecipare alle specifiche iniziative formative previste e accettare le offerte di lavoro congrue proposte dai Centri per l’impiego. Nello specifico, i beneficiari di RDC possono rifiutare fino a due offerte di lavoro congrue su tre. 

La congruità dipende dalla durata: nei primi 12 mesi di fruizione l’offerta si ritiene congrua se il lavoro si trova entro 100 km dal domicilio del beneficiario o se raggiungibile entro 100 minuti con i mezzi, la seconda offerta se entro 250 km, la terza ovunque in Italia. Dopo i primi 12 mesi di RDC, le prime due offerte si ritengono congrue se entro i 250 km, la terza ovunque in Italia. Un’offerta congrua deve essere a tempo indeterminato o determinato con durata non inferiore a 3 mesi. Nel caso di rinnovo della misura oltre i 18 mesi, il beneficiario deve accettare la prima offerta congrua, pena la perdita del beneficio. 

Le intenzioni erano buone

Aiutare le persone in difficoltà e, quando possibile, fare in modo di riqualificarle e reinserirle nel mondo del lavoro è per uno Stato un atto di giustizia e di equità sociale. Il problema, come spesso accade in Italia, è la modalità, a partire dalla forzatura di collegare lotta alla povertà e politiche attive del lavoro. 

Quali criticità sono emerse? 

In primo luogo, non tutti i poveri sono stati inclusi a sufficienza nella misura, che in certi casi ha penalizzato soprattutto le famiglie numerose con minori, le famiglie con disabili e gli immigrati (approfondimento).

Secondo, le politiche attive del lavoro non hanno dato i risultati previsti, non tanto, come si dice, perché le persone preferiscono il sussidio al lavoro, ma anche per una carenza di coordinamento tra enti pubblici, Anpal e Centri per l’impiego, così come per l’assenza di un’adeguata azione di monitoraggio sui risultati della formazione. 

Terzo, per l’appunto, è mancato un controllo capillare ed efficace sulla legittimità delle domande di RDC. Ciò è emerso in modo lampante grazie alla recente indagine dell’Arma che ha rilevato almeno 40 milioni di euro indebitamente percepiti nel 2021. Su 156.822 persone controllate, 9.247 sono state accusate di irregolarità. Una percentuale irrisoria, ma che fa molto più rumore rispetto ai risultati positivi della misura.

Infine, nell’ultimo anno è aumentata la difficoltà per le imprese di reperire personale. In realtà non sappiamo quanto i fenomeni siano collegati, e il problema percepito dalle imprese non è nuovo e ha sicuramente cause molto più composite (per citarne alcune: questione demografica, mismatch, great resignation). 

La nuova legge di bilancio

La legge di bilancio 2022 si pone l’obiettivo di migliorare l’efficacia del RDC. Vediamo come.

  • Il fondo destinato al RDC viene incrementato di 1,06 miliardi l’anno, per raggiungere una spesa totale di 8,4 miliardi per il 2022. In questo modo il sussidio potrà essere concesso a circa 1,3 milioni di famiglie. 
  • Cambiano i requisiti che definiscono la congruità di un’offerta di lavoro. Viene meno il criterio della durata: la prima offerta si riterrà congrua se entro 80 km o 100 minuti dal domicilio, la seconda ovunque in Italia. Il rifiuto di una offerta non congrua non costituisce motivo di perdita del sussidio, ma i beneficiari di RDC potranno rifiutare solo una offerta di lavoro congrua su due. Un soggetto che abbia rinnovato la misura oltre i 18 mesi deve accettare la prima offerta congrua, pena la perdita del beneficio. Inoltre, per essere congrua l’offerta deve essere a tempo pieno o con orario non inferiore al 60% di quello previsto nei contratti collettivi.
  • Riduzione progressiva dell’importo del sussidio, che a partire dal sesto mese diminuirà di 5 euro al mese. La riduzione viene applicata solo se il beneficio mensile è superiore a 300 euro al mese, anche in caso di rinnovo. Sono esentati dal taglio i nuclei con bambini sotto i tre anni di età, o con disabili gravi o non autosufficienti, e le famiglie in cui tutti i componenti non sono tenuti agli obblighi di attivazione previsti per il RDC. 
  • Vengono estesi gli sconti contributivi per i datori di lavoro che assumono beneficiari di RDC. Se prima gli sconti erano riservati solo alle assunzioni a tempo pieno e indeterminato, ora valgono anche per le assunzioni a tempo determinato e parziale.  
  • La domanda di RDC equivale a una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, ed è trasmessa dall’Inps direttamente all’Anpal. 
  • Nuove regole sui controlli e più compiti previsti per l’Inps e i comuni. I controlli saranno svolti a campione al momento del ricevimento delle domande e saranno agevolati dalla condivisione delle banche dati tra i comuni e l’Inps. 
  • I comuni dovranno impiegare in progetti utili alla collettività (Puc) almeno un terzo dei beneficiari residenti, i quali svolgeranno queste attività a titolo gratuito. 

Con la nuova legge di bilancio, quindi, la gestione del RDC diventa più severa, senza tuttavia chiarire come effettivamente questo intervento di welfare passivo (con velleità attive) abbia intenzione di dialogare con le politiche attive del lavoro, da poco riformate con il programma GOL, Garanzia di occupabilità dei lavoratori.  

Proprio in merito a questa connessione, la nuova versione del RDC ci lascia un po’ perplessi. Ora che le imprese potranno beneficiare degli sconti contributivi anche con le assunzioni a tempo determinato si corre il rischio che la qualità degli sbocchi lavorativi resti mediocre e che aumenti il turnover del personale, andando ad alimentare un esercito di lavoratori di riserva che, tra un impiego e l’altro, continueranno a richiedere il RDC e ad aver bisogno di formazione e riqualificazione. Inoltre, il modo in cui sono stati delegati i controlli andrà ad aumentare in modo significativo gli oneri organizzativi in carico ai comuni, i quali sono spesso sottodimensionati in termini di risorse umane rispetto alle reali esigenze amministrative e gestionali.

Tuttavia, oggi è ancora troppo presto per giudicare la bontà di questa riforma. 

Noi di Generazione Zero continueremo a tenervi informati sugli effetti del nuovo RDC.

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