Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori: è questa l’espressione che si nasconde dietro l’acronimo “GOL”.
Ti confesso che sentir parlare di “garanzia” associata a tematiche complesse e imprevedibili come quelle del lavoro mi fa venire un pò l’orticaria, ma capisco che la sigla si presti a eventuali allusioni calcistiche, sempre ben accette nel nostro Paese.
Capisco anche che “Tentativo di Occupabilità” non susciti lo stesso pathos di “Garanzia di Occupabilità”, eppure questo termine mi riporta alla mente un altro programma rivolto ai giovani che come unica garanzia ha fornito quella dei tirocini, una prospettiva non proprio rosea a mio avviso.
Ma non fasciamoci la testa prima del dovuto! Piuttosto cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.
Cos’è il programma GOL?
GOL è un programma nazionale pensato per “sostenere l’occupabilità dei lavoratori in transizione e disoccupati”, parole che ritroviamo nell’ormai conosciuto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Ci sono volute due crisi economiche, una pandemia e il monito europeo riassumibile in “no riforme no money” affinché i nostri rappresentanti politici si decidessero a intervenire sulle cause profonde della disoccupazione che attanaglia il nostro Paese.
Che dire? Meglio tardi che mai!
Quali sono gli obiettivi del programma GOL?
Le parole di Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, riassumono l’intenzione che si cela dietro questo programma: “L’obiettivo è quello di (creare) un sistema che aiuti i lavoratori a cercare e a difendere il lavoro e le imprese a riqualificare la manodopera”.
Un traguardo ambizioso che si declina in 12 obiettivi che ritroviamo nella presentazione redatta dal Ministero stesso.
Son sincera, a me questi obiettivi non sono tutti chiarissimi.
Capisco la “personalizzazione degli interventi” e il “coinvolgimento delle imprese e del territorio”, ma “innovazione, sperimentazione, valutazione” e “programmazione orientata ai risultati” non sono un po’ vaghi?
È anche vero che nella presentazione sono inserite due Milestone un po’ più concrete, cioè:
- Milestone 1: entrata in vigore dei decreti interministeriali per l’approvazione di GOL e Piano Nuove Competenze entro 2021;
- Milestone 2: adozione dei Piani regionali per la piena attuazione di GOL e raggiungimento di almeno il 10% dei beneficiari complessivi entro il 2022.
È vero che il Ministero deve dare delle indicazioni ma spero che le Regioni indichino degli obiettivi S.M.A.R.T. nei loro piani, cioè obiettivi che siano:
- descritti in maniera specifica (si deve dire chi fa cosa, dove, quando, come e con quali risorse);
- misurabili (altrimenti come fate a dire che l’obiettivo è stato raggiunto?);
- realizzabili (inutile porsi un obiettivo che non potrete mai raggiungere);
- rilevanti (nessuno ha voglia di sprecare energie per qualcosa che alla fine non porta da nessuna parte);
- calendarizzati.
Ce la faranno i nostri eroi ad abbandonare le vacuità e abbracciare il pragmatismo? Lo scopriremo solo vivendo.
A chi si rivolge il programma GOL?
Il programma GOL è rivolto principalmente a due soggetti: i beneficiari e i Centri per l’impiego (CPI).
I beneficiari sono:
- beneficiari di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro;
- beneficiari di ammortizzatori sociali in assenza di rapporto di lavoro;
- percettori del Reddito di cittadinanza;
- lavoratori fragili o vulnerabili;
- disoccupati senza sostegno al reddito;
- lavoratori con redditi molto bassi (working poor).
Nello specifico si afferma che “almeno il 75% (dei beneficiari) dovranno essere donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under 30, lavoratori over 55”.
E i Centri per l’impiego cosa c’entrano?
Il programma GOL vuole potenziare i centri affinché siano effettivamente in grado di supportare le persone alla ricerca di un’occupazione, ecco spiegata la loro presenza.
Quali sono le risorse a disposizione?
4,4 miliardi di euro sono le risorse complessive previste nell’ambito delle politiche attive del lavoro. Lo scorso 21 ottobre nella Conferenza Stato-Regioni si è trovata l’intesa nell’allocazione dei primi 880 milioni.
Queste risorse sono state ripartite tra le varie Regioni sulla base di cinque criteri: “beneficiari Naspi, percettori del reddito di cittadinanza, quota regionale di persone in cerca di occupazione, quota di occupati, lavoratori in CIGS” (fonte: Conferenza delle Regioni e delle Province autonome).
La quota restante invece verrà ripartita successivamente in base a quante persone verranno prese in carico dalle varie regioni (così saranno incentivate a darsi da fare).
Quindi cosa succede adesso?
Bisogna aspettare che la riforma venga pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e da quella data partiranno i 60 giorni entro i quali le Regioni dovranno presentare il proprio piano.
In conclusione, fatta eccezione del nome discutibile, il programma GOL è senz’altro una grande opportunità con la quale poter intervenire sulle cause che alimentano la disoccupazione in Italia.
Certo è che l’esito di questo programma dipende dalle competenze delle persone che ne porteranno avanti le diverse fasi, per cui noi saremo senz’altro molto attenti nel monitorare come si procederà.