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La scuola è una priorità su cui investire

L’acquisizione delle competenze parte dalla scuola, per questo motivo occorre investire su di essa. In che modo? Ecco alcuni esempi.

La scuola è una priorità.

Avrai sentito anche tu questa frase pronunciata da vari personaggi illustri in modo più o meno convincente. Eppure io ci credo profondamente: la scuola è una priorità!

I motivi per cui ci credo sono diversi, uno tra tutti è rappresentato dal fatto che dare priorità alla scuola significa agire su una delle cause della disoccupazione giovanile: la mancanza di competenze.

Lo so, la carenza di competenze è un tema spinoso, soprattutto dopo l’esito delle recenti prove Invalsi secondo cui circa 40-45 mila ragazzi esce dalla scuola senza possedere adeguate competenze di base.

39% e 45% sono le percentuali degli studenti che, a livello nazionale, non hanno ottenuto risultati adeguati rispettivamente in italiano e in matematica.

Che il periodo altalenante tra chiusura, didattica a distanza e di nuovo chiusura avrebbe comportato dei problemi lo sapevamo tutti.

Ora però, invece di limitarci a una critica fine a sé stessa facciamo un passo avanti.

Per risolvere i problemi della scuola non bastano le belle parole, ci vogliono i fatti o meglio…gli investimenti!

Su cosa investire? Ecco a voi due esempi.

Infrastrutture sicure ed efficienti

Prima di tutto le scuole devono essere sicure e rispettare le norme antisismiche e quelle di efficientamento energetico.

Il XX Rapporto sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi svolto da Legambiente mette bene in luce le criticità strutturali delle nostre scuole.

Solo il 6,3% degli edifici scolastici presenti in area sismica 1 e 2 (quindi con sismicità alta e medio-alta) sono progettati o adeguati alla normativa antisismica, mentre solo il 15% è stato oggetto a investimenti di efficientamento energetico.

Inoltre bisogna anche colmare le carenze di spazi educativi collettivi, cioè palestre e mense. Il Rapporto di Legambiente infatti evidenzia come “la metà delle scuole non ha impianti per lo sport e solo circa il 55% ha la mensa scolastica”.

Ma non basta! Gli studenti ci dovranno pur arrivare a scuola, giusto?

Se questo non è un problema per chi vive vicino o magari ha qualcuno che lo accompagna, la storia è diversa per chi abita in zone più distanti.

Durante la pandemia si è visto come il trasporto pubblico scolastico non sia proprio il massimo dell’efficienza. Sarà perché “dal 2010 al 2018 il servizio di scuolabus è passato dall’essere presente in quasi il 33% degli edifici ad uno scarso 23%”.

Dopo aver fatto tutti questi investimenti, se proprio vogliamo aggiungere la ciliegina sulla torta, possiamo passare anche alle infrastrutture digitali in modo tale da garantire una connessione sicura ed efficiente.

Ma questo solo dopo che si è investito sulla sicurezza e completezza degli edifici scolastici e sulla rete dei trasporti perché, non so se vi è chiaro, la scuola è fatta principalmente di relazioni offline!

Passiamo ora a un altro punto cruciale: gli insegnanti.

Insegnanti formati e costantemente aggiornati

Non c’è ombra di dubbio sul fatto che gli insegnanti rappresentino il cuore pulsante della scuola perciò, miei cari politici, non si va avanti se non si investe su di loro.

Invece di ripetere la solita notizia del “servono più insegnanti” vi inviterei a dare uno sguardo al commento di Federica Paudice sui risultati emersi dall’indagine OCSE del 22 aprile 2021 dove afferma che: “in realtà in Italia il numero di docenti in rapporto agli studenti risulta ad un massimo storico e più elevato che negli altri grandi paesi avanzati”.

Insomma gli insegnanti ci sarebbero, ma alcuni di essi devono gestire classi da 30 alunni mentre altri classi da 19. Magari abbiamo un problema di distribuzione, non credi?

Quindi farsi due conti per capire come allocare meglio insegnanti e alunni non sarebbe un’idea così surreale, ma passiamo al tasto dolente: la formazione.

Lo sapevi che, secondo quanto riporta il commento sopracitato, “il 75% degli insegnanti non ha frequentato attività di formazione nella scuola dove insegna attualmente contro una media OCSE del 58%” ??

Ma come? A noi giovani ripetete cose del tipo: “bisogna formarsi”, “la formazione è importante”, “senza formazione continua non si va da nessuna parte” e poi abbiamo degli insegnanti che non continuano a formarsi durante la loro carriera??

Ecco un altro investimento serio da fare: la formazione continua degli insegnanti!

Una formazione che deve riguardare non solo l’utilizzo dei dispositivi digitali ma soprattutto i metodi di insegnamento in modo tale che il docente possa scegliere lo strumento più adatto da utilizzare per ciascuna classe, o meglio ancora per ciascuno studente.

Realizzare tutto questo non è affatto semplice, occorre avere un’idea chiara della situazione attuale (con tanto di numeri alla mano) e una strategia di lungo termine perché, se si vogliono fare le cose fatte bene, c’è bisogno di tempo, i problemi di cui ho parlato non si risolvono nel giro di un anno!

Investire nella scuola vuol dire fornire agli studenti di oggi gli strumenti necessari per affrontare le sfide lavorative di domani. Ecco uno dei motivi per cui la scuola è e deve essere una priorità su cui investire!

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