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Il tirocinio serve per trovare lavoro?

Che il tirocinio sia uno strumento utile per acquisire competenze è assodato (sempre se fatto in un certo modo ovviamente) ma siamo sicuri che sia l’unica strada che porti al lavoro?

Da qualche tempo si è diffusa l’idea che il tirocinio sia una strada (a volte l’unica) per trovare lavoro.

Chissà, forse è la disperazione della ricerca infinita o forse sono le abilità oratorie di chi ci vende questa storiella che ci spinge a crederci e, molto spesso, ad accettare le condizioni paradossali che ci vengono proposte.

Sta di fatto che in Italia sono tantissimi i giovani disposti a svolgere un tirocinio. Mezzo milione è la cifra stimata dalla Repubblica degli Stagisti sul numero di stage attivati ogni anno in Italia

Ma siamo sicuri che fare un tirocinio sia il modo giusto per trovare lavoro?

Per capirlo basta dare uno sguardo ai risultati di Garanzia Giovani, definita come “un’iniziativa europea nata dalla necessità di fronteggiare le difficoltà di inserimento lavorativo e la disoccupazione giovanile”. 

Le misure previste per fronteggiare queste difficoltà sono molteplici: orientamento, formazione, apprendistato, tirocinio, servizio civile, autoimprenditorialità e mobilità professionale. 

Sembra perfetto, non ti pare? Finalmente un piano a 360° che parte dalle basi (orientamento e formazione) per arrivare a tutti quegli step necessari per acquisire competenze e crescere professionalmente, così da essere pronti per entrare nel mondo del lavoro.

Se tutte queste misure venissero adottate in modo uguale e ragionato di certo la disoccupazione giovanile subirebbe un brutto colpo. 

E invece non è stato così. Come mai?

La storiella del tirocinio ha preso il sopravvento e si è tradotta nell’adozione spropositata di tirocini extracurriculari, relegando le altre misure in un angolino.

Un’anomalia tutta Italiana” come la definisce Lidia Baratta mentre ricorda come l’Italia sia l’unico paese dove questa forma di politica attiva costituisca ben il 58,3% della totalità di quelle adottate. 

Come al solito potevamo fare di meglio, ma almeno tutti questi tirocini si sono tradotti in posti di lavoro?

Alcuni sì, altri, molti altri, no. 

Su 1,2 milioni di italiani presi in carico dai servizi per il lavoro solo il 34% è occupato, un numero che di certo non aiuta i giovani a “fronteggiare le difficoltà di inserimento lavorativo”.

Ma d’altronde cosa potevamo aspettarci?

La storiella del tirocinio sarebbe crollata fin da subito se qualcuno avesse fatto notare che “il tirocinio è un periodo di orientamento e di formazione, svolto in un contesto lavorativo e volto all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Non si configura come rapporto di lavoro.” 

Eppure sul sito del Ministero del Lavoro è anche evidenziato in grassetto: 

il tirocinio non si configura come un rapporto di lavoro!

Nel tirocinio ciò che conta è la formazione, giustamente aggiungerei, non possiamo mica pretendere di finire gli studi ed essere già dei professionisti, giusto?

L’esperienza ci vuole, è così che si acquisiscono le competenze. 

Proprio per questo motivo il tirocinio prevede un piano di formazione e un tutor che segua il tirocinante passo passo.

Ma, diciamoci la verità, a quanti è capitato di svolgere un tirocinio con un piano di formazione fatto come si deve che gli ha permesso di crescere professionalmente?

Se vogliamo veramente risolvere il problema della disoccupazione giovanile bisogna accorciarsi le maniche e adottare TUTTE le misure che ci sono state suggerite. 

Ancora una volta siamo fortunati perché, invece di gettare la spugna, l’Europa continua a credere in noi e, cosa ancor più importante, continua a credere nei giovani, forse molto di più di quanto faccia il nostro paese.

“Nessuno Stato membro dovrebbe essere messo nella condizione di scegliere se rispondere alla crisi o investire nelle persone. Per questo motivo Next Generation EU aumenta il sostegno […] a favore dell’occupazione giovanile per far sì che i cittadini acquisiscano le competenze, la formazione e l’istruzione necessarie per adattarsi a questo mondo in rapido cambiamento”.

Le parole di Ursula von der Leyen fanno ben capire quanto l’Europa sia disposta a investire su di noi, per questo ha invitato gli Stati membri a investire in una formazione professionale adeguata alle esigenze future del mondo del lavoro e a privilegiare l’apprendistato (efficace e di qualità) per “preservare e creare l’occupazione giovanile”.

Cari politici italiani, non so se vi è chiaro, ma non ci accontentiamo più di un semplice tirocinio, vogliamo tutto il pacchetto: un percorso di orientamento come si deve, una formazione di qualità per tutti e strumenti che ci permettano di acquisire competenze nel pieno rispetto dei nostri diritti.

Insomma noi vogliamo lavorare ed è vostro dovere fare in modo che ciò sia possibile!

Ps: Se vuoi saperne di più sui risultati di Garanzia Giovani ti consiglio di passare sul nostro canale YouTube e guardarti uno dei nostri ultimi video!

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