“Non tutto il male vien per nuocere”
I proverbi non sono solo frasi dette e ridette ma, in fondo, nascondono delle profonde verità. È vero, la pandemia è stata un male sotto molti punti di vista, ma ha portato anche qualcosa di positivo: nuove opportunità lavorative.
No, non si tratta di un errore di battitura.
Come di certo avrai notato le abitudini di consumo sono radicalmente cambiate. Secondo lo studio Digital Consumer Trends 2020 di Deloitte “il lockdown ha spinto i consumatori a modificare il loro comportamento di acquisto nel breve periodo”. Dall’analisi risulta infatti che “il 40% degli intervistati ha fatto più acquisti online (alimentari e non) rispetto ai livelli pre-Covid”.
La cosa interessante che emerge da questo studio è il fatto che la metà delle persone intervistate ha affermato di voler continuare ad acquistare online anche quando la situazione si sarà stabilizzata.
I risultati di quest’analisi sono coerenti con quanto emerge dalla ricerca condotta dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano: “la pandemia ha favorito gli acquisti online di prodotto che hanno quindi subito una forte accelerazione (+ 31%)”.
Insomma l’e-commerce è un settore in crescita, tanto da essere definito nella ricerca sopracitata “la chiave per ripartire”.
In questo modo le potenzialità del web si sono manifestate agli occhi di tutte quelle attività che prima guardavano con diffidenza all’evolversi della tecnologia. Per sopravvivere infatti ci si è dovuti adattare al digitale, dotarsi di siti web e organizzare tutta quella infrastruttura che porta alla vendita online dei propri prodotti o servizi.
Questo naturalmente ha avuto delle ripercussioni su un tema che ci sta particolarmente a cuore: il lavoro.
Secondo l’edizione speciale del report Linkedin sui lavori emergenti le aziende “hanno assunto migliaia di professionisti dell’e-commerce, dagli addetti alla logistica fino agli esperti di marketing online. Le assunzioni per questi ruoli sono aumentate del 51% rispetto all’anno precedente.”
Eccolo qui il lato positivo! Finalmente le aziende hanno capito che occorre inglobare il digitale, al momento unica via di salvezza per il proprio business. Ciò comporta la necessità di assumere persone che abbiano conoscenze e competenze nell’e-commerce.
Una bella opportunità per un giovane in cerca di lavoro, peccato che intraprendere una carriera nel settore non sia così immediato.
Le competenze richieste sono molto eterogenee, bisogna infatti conoscere come funziona il mondo dell’economia, del marketing e del web. Le professionalità che intervengono per realizzare un e-commerce sono moltissime, dal marketing strategist, allo sviluppatore, al copywriter, al fotografo…e sono sempre più richieste figure professionali in grado di riunire tutte queste competenze. Ma dove le troviamo?
Chi proviene da facoltà come Economia, Comunicazione o Marketing ha più probabilità di aver incontrato argomenti affini all’e-commerce nel suo percorso di studi.
Esistono anche corsi specifici e master che preparano per lavorare nel settore,ma sono organizzati per lo più da enti o istituzioni private (come Ninja Academy o la Bologna Business School) che non tutti possono permettersi di frequentare.
Quindi ci ritroviamo da una parte un settore in forte crescita, un’enorme opportunità per chi cerca lavoro, dall’altra una mancanza di personale preparato per svolgere tali professioni.
Di nuovo siamo di fronte a un vuoto formativo che danneggia non solo i giovani, ma le stesse aziende che devono affidarsi a persone non idonee per avviare il proprio commercio online.
A questo punto la domanda che ci poniamo è la seguente: quando vedremo un’offerta formativa pubblica in grado di preparare adeguatamente i giovani alle nuove professioni?