Lo ha confermato anche Pagella Politica, andando a verificare una dichiarazione del Presidente della Camera Fico: “Tra le categorie più colpite dalla pandemia ci sono i giovani, che già da prima scontavano retribuzioni inferiori alla media, elevati rischi di perdita di lavoro, qualificazioni poco elevate“. Tutto vero, purtroppo.
Come riportato nell’articolo con riferimento al Rapporto Annuale 2020 dell’Istat, infatti, “i giovani, insieme con le donne e i lavoratori del Mezzogiorno, sono stati una delle categorie più esposte a una bassa qualità del lavoro. Questo si concretizza in retribuzioni inferiori alla media, elevati rischi di perdita del lavoro, qualificazioni poco elevate e limitate prospettive di carriera.
Nel corso del lockdown, i giovani sono stati anche fra i più in difficoltà nell’accesso agli ammortizzatori sociali e nel giustificare formalmente i propri spostamenti lavorativi, principalmente a causa dell’alto tasso di irregolarità occupazionale a cui sono soggetti”.
Ciò che fa più rabbia è che tali criticità e svantaggi non sono nati con il lockdown, ma da anni di scelte politiche ed economiche miopi, orientate alla difesa di privilegi e inefficienze che premiano le fasce di età più avanzate, dimenticando il presente e il futuro dei giovani. Anche per questo, insieme ad altre 16 associazioni, abbiamo rivolto un appello al presidente Conte e alla politica in generale: “Ascoltateci”. Facciamo in modo che questa occasione di arresto possa essere il momento in cui abbandonare la ricerca di consenso oggi per costruire un domani sostenibile e inclusivo.
Il tempo in cui far finta di non vedere i problemi dei giovani è finito.